di Nicoletta Cozza / Il Gazzettino
LA DECISIONE. La selezione non è stata facile, anche perché quest’anno c’è stato un record di partecipanti, inizialmente ben 150, di 72 case editrici, scesi a 41 dopo la scrematura iniziale. Raddoppiati, quindi, rispetto al passato, tanto che per la prima volta, e per ben due volte, si è andati al “ballottaggio” per arrivare a una sintesi. Quantità, ma anche qualità, come hanno ribadito a più riprese gli esaminatori. Alla fine la cinquina finalista è stata definita e nella rosa ci sono opere che spaziano in vari ambiti scientifici: medicina, tecnologia, botanica, genetica e matematica. La Giuria del Premio letterario Galileo ha deciso ieri i nomi degli autori che accederanno alla fase finale della rassegna che attribuisce il riconoscimento al miglior libro di divulgazione uscito nell’ultimo biennio. La cerimonia che sancirà il vincitore è stata fissata per il 14 maggio.
In lizza per aggiudicarsi la XV edizione della rassegna sono rimasti: Antonio Casilli con “Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo?” (Feltrinelli); Pier Paolo Di Fiore con “Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo” (Il Saggiatore); Barbara Mazzolai con “La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta” (Longanesi); Alberto Piazza con “Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione” (Codice) e Chiara Valerio con “La matematica è politica” (Einaudi).
LA COMMISSIONE. A introdurre i lavori propedeutici alla selezione è stato Andrea Colasio, assessore alla Cultura. «L’edizione 2021 del Premio Galileo, a cui va il merito di avere promosso tra i giovani l’interesse per gli argomenti di carattere scientifico – ha osservato – conferma il successo di una formula collaudata in 15 anni da Comune, Università e ItalyPost. La manifestazione si è consolidata, è cresciuta moltissimo e ora punta ad ampliare ulteriormente la caratura nazionale di un Premio che ha la capacità di cogliere i processi più emblematici del nostro presente. La scelta della cinquina di quest’anno è un’ulteriore dimostrazione dell’importanza di promuovere la divulgazione scientifica». La giuria, presieduta da Maria Chiara Carrozza, ex ministro (nella foto in alto), nonché direttore della Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria a Pisa, era composta da 5 giornalisti del settore (Gabriele Beccaria, Giovanni Caprara, Massimo Cerofolini, Luciano Onder e Rossella Panarese) e da 5 scienziati di altrettanti Atenei: Roberto Ragazzoni, docente di Astronomia al Bo e direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova; Anna Ceresto, biologo molecolare a Trento; Annamaria Colao, endocrinologo di Napoli ; Carmen Giordano, bioingegnere del Politecnico di Milano e Sahra Talamo, direttrice del laboratorio di RadioCarbonio di Bologna.
«Scegliere è stato complicato – ha annotato la presidente – per la validità delle opere pervenute e la ricchezza dei temi affrontati, inerenti sia i problemi di cui parliamo ogni giorno, sia i quesiti di cui non si discute mai. E usare la letteratura per porre domande serve ad arrivare alle soluzioni. Un libro di divulgazione scientifica deve contenere messaggi chiari per arrivare a tutti, ma deve essere anche ben scritto e questi sono due dei criteri usati per decidere. Comunque, se al Premio Galileo è pervenuto un numero elevato di opere, abbiamo la speranza fondata che scienza e letteratura possano aiutarci a superare questo momento difficile».
Adesso le cinque opere saranno valutate sia da un’altra giuria composta da 200 studenti universitari, che dai ragazzi che frequentano dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia. Inoltre, il 13 maggio, cioè il giorno precedente a quello in cui verrà attribuito il Premio Galileo, i cinque autori presenteranno al pubblico i loro libri. Pure quest’anno il Premio sarà l’evento-clou della rassegna Galileo-Settimana della scienza e dell’innovazione, che proporrà un ricco calendario di eventi dal 10 al 16 maggio.