Burioni star del finale di Trieste Next «Lo Stato dia certezze sui vaccini»

«Quella che dici è una scemenza, darei la vita perché tu possa studiare e smetterla di dirne». Roberto Burioni, virologo e ormai star dei social per la sua lotta contro le fake news, ha chiuso parafrasando Voltaire, e adattandolo ai tempi moderni, l’incontro di ieri nell’ultimo giorno di Trieste Next in un teatro Miela pieno anche in galleria e con più di qualcuno che si è dovuto spostare in piazza Unità per seguire sul maxischermo il dibattito moderato dal giornalista Gabriele Beccaria del quotidiano La Stampa. A introdurre i lavori il direttore dell’Icgeb, Mauro Giacca, che ha spiegato cos’è un ciarlatano ripercorrendo alcuni casi italiani come quelli di Stamina o Di Bella.

«Siamo in un mondo in cui ci si compiace dell’ignoranza – ha aggiunto Burioni -, io sono 35 anni che studio i vaccini e se ne parlo sono arrogante, uno che legge due cose su Google è invece un cittadino informato. È bene che qualcuno dica al somaro che è un somaro» anche perché «non tutti dobbiamo parlare di cose che non conosciamo, esiste sempre l’opzione di stare zitti». Dal palco, e nell’incontro precedente con i giornalisti, l’immunologo ha inoltre rimarcato un concetto chiave: «Lo Stato non può barcollare tra scienza e superstizione, lo Stato deve fornire un punto di riferimento a chi è indeciso. Chi dice che i vaccini sono inefficaci dice una bugia, sarebbe come dire che 2 + 2 fa cinque: non sono un pensatore alternativo, sono un ignorante». Secondo Burioni «lo Stato sui vaccini non sta mandando un segnale chiaro, uno che dice che 10 vaccini sono troppi, dice una scemenza anche se è il ministro dell’Interno. È come se un virologo andasse dal capo della Mobile a dire che una pistola è troppo».
Burioni ha anche annunciato che le prime indicazioni dopo le scelte sull’autocertificazione «vedono una flessione dei vaccini dopo una crescita importante dal 2015, stavamo risalendo da livelli da Paesi emergenti. L’obbligo è un fallimento, ma dà un messaggio: dice da che parte sta lo Stato». Nell’incontro con la stampa è invece emerso il basso tasso di vaccini tra i medici: «È un problema gravissimo perché un sanitario che non si vaccina è in primo luogo un irresponsabile perché costituisce un pericolo per i suoi assistiti, e poi per il messaggio che manda. Una delle mancanze della legge Lorenzin è l’assenza di obbligatorietà per i medici e gli operatori del comparto». Tolleranza zero anche contro i medici “cialtroni”: «Negli ultimi tre anni abbiamo iniziato a sbatterli fuori e questo è un bene». Un altro aspetto che Burioni ha evidenziato dal palco riguarda i confronti: «Io ho deciso che li faccio solo con i giornalisti o le persone qualificate, non posso parlare di vaccini con Eleonora Brigliadori o Red Ronnie». E poi i medici «che oggi curano meglio, ma purtroppo stanno meno con i pazienti». Ci sarà poi una novità importante, e questo è stato l’annuncio a sorpresa a Next: «A fine ottobre nascerà il sito “medical fact” per smascherare tutte le bufale e cercare di rispondere alle domande a cui non posso rispondere su Facebook».
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